venerdì 31 maggio 2013

DAL MONDO: Marocco e Olio di Argan

Eccomi di ritorno da un micro-viaggio in Marrocco: un romantico week end lungo a Marrakech, immersa nella sua poetica confusione e nella sua profusione di colori.
Per un' appassionata di rimedi naturali come me, questo affascinante luogo è un vero paradiso: la città brulica di deliziose botteghe erboristiche e inoltre... è la patria dell' olio di Argan!
Già prima della partenza, uno dei miei scopi primari (oltre a rilassarmi, divertirmi e godermi gli hammam locali! ) era quello di scoprire il maggior numero di informazioni possibili su questo prodotto, e il destino mi è venuto in aiuto.
Durante una gita nella valle dell'Ourika, infatti, ho casualmente avuto l'occasione di visitare una delle cooperative che producono l'olio di Argan con i metodi tradizionali, sostenendo, tra l'altro, il lavoro equo e solidale femminile.


Ma andiamo con ordine.
L’olio di Argan viene estratto dalle noci di una pianta arbustiva, l’Argania spinosatipica delle zone semidesertiche delle aree sudoccidentali del Marocco.
Da tempo immemorabile l'olio ricavato dai suoi frutti, che maturano tra luglio e agosto, è un ingrediente fondamentale per la cucina dei Berberi, una popolazione semitica già presente nel Nord Africa prima dell'invasione araba avvenuta nel VII secolo d.C. 
Sono necessari cinquanta chili di frutti (armelline) per produrre mezzo litro di olio: una resa bassissima, a fronte di una lavorazione lunga e laboriosa.
Questo spiega perché il suo prezzo sul mercato è molto più alto di qualsiasi altro olio.
Come dicevo prima, la produzione e la lavorazione manuale dell'olio di Argan è compito prevalentemente femminile: di madre in figlia le donne si tramandano saperi e gesti antichi.
Con movimenti ripetitivi e rapidissimi e con l’aiuto di un sasso‚ rompono i gusci duri dei noccioli‚ estraggono le armelline e poi le tritano, aggiungendo una piccola quantità di acqua tiepida, in una piccola macina casalinga fatta di due pietre rotanti (chiamata Azerg ).

Vengono prodotti due tipi di oli di Argan: quello alimentare, prodotto dopo una tostatura delle armelline, di colore scuro e dal marcato gusto di nocciola; e quello cosmetico, estratto dai frutti al naturale.
Ed è proprio su quest'ultimo che si focalizza il mio interesse. 
Le sue preziose virtù sono ormai molto note, anche grazie alle numerose case cosmetiche che negli ultimi anni hanno scelto di renderlo protagonista di specifiche linee anti-age.
Conosciuto principalmente, quindi, come alleato nel contrastare l’invecchiamento cutaneo, non viene resa giustizia alla sua estrema versatilità.
E' infatti dotato di proprietà  antiossidanti,  emollienti, idratanti e fortemente elasticizzanti.
Oltra a essere uno degli oli vegetali più efficaci per il ringiovanimento cutaneo (grazie al suo elevato contenuto di Vitamina E, il doppio della quantità presente nell'olio di oliva, e grazie alla presenza di diversi acidi grassi essenziali), è indicato per i capelli secchi, sfibrati e privi di lucentezza, per le unghie fragili, per proteggere le labbra screpolate, per attenuare i segni di cicatrici e smagliature,  per nutrire la pelle secca e sensibile dopo il bagno o la doccia.
Si può utilizzare puro, applicato direttamente sulla pelle umida con un leggero massaggio, oppure aggiunto a preparazioni cosmetiche a base di ingredienti naturali; come ad esempio le maschere di bellezza alla frutta.

venerdì 17 maggio 2013

Ematite

Oggi mi sono dedicata allo shopping di cristalli, riuscendo a conquistare numerosi esemplari che desideravo da tempo, e cogliendo anche l'occasione per fare una nuova scorta di Ematiti burattate, le pietre che probabilmente uso con maggiore frequenza nei miei trattamenti di cristalloterapia.

Non posso nascondere di avere una certa predilezione per questa pietra: adoro il suo colore argentato, la sua complessa simbologia e la sensazione di solidità che percepisco stringendola tra le mani.

La natura energetica  dell'ematite è molto particolare, in quanto si viene a creare quando il ferro è esposto all'ossigeno - attraverso l'atmosfera oppure a contatto con l'acqua - e si ossida.

A livello simbolico, quindi, questa pietra racchiude in sè gli archetipi dei poteri della Terra (il ferro) in unione a quelli del Cielo (l' ossigeno).
Di conseguenza, in un' ottica di evoluzione personale attraverso la connessione sottile con le forze naturali, l'ematite diventa la chiave che ci permette di vivere come un perfetto tramite tra questi due poli, opposti e complementari, da cui traiamo energia vitale.

Le potenzialità dell' ematite in relazione alla cristalloterapia sono state portate all'attenzione del grande pubblico soprattutto attraverso il lavoro di Kathrina Rapahell, operatrice olistica e cristalloterapeuta californiana autrice di numerosi testi sull'agomento.

La Raphaell identifica l'Ematite come la pietra fondamentale per aiutare le persone a radicarsi, ovvero la capacità di attingere, dalle correnti energetiche terrestri, i flussi capaci di far funzionare al meglio i centri "sottili" presenti nel nostro corpo.
Oltre a ciò, l'autrice attribuisce alla pietra numerose altre virtù e proprietà.
Di seguito un breve passo, estratto dal suo libro più famoso, che descrive i benefici effetti dell'Ematite sul nostro corpo.

"L'essenza rossa dell'Ematite ha un effetto diretto e rivitalizzante sul sangue umano e sulla sua circolazione. 
Il ferro è conosciuto da tempo come rafforzante del sangue ed è un minerale necessario richiesto dagli esseri umani, specialmente dalle donne che perdono sangue ogni mese con le mestruazioni. 
L'Ematite può aiutare per la coagulazione, per riacquistare la forza dopo la perdita di sangue in ferite ed operazioni chirurgiche e, dipende su quali punti energetici è posizionata, può anche rafforzare la volontà. 
Molte delle malattie oggi sono create dall' inquinamento del flusso sanguigno, sia per il risultato di un cibo tossico, l'aria sporca che respiriamo, il bere acqua trattata o per l'avvelenamento del sistema fisico con varie forme di droghe o intossicanti. 
Se usata in congiunzione con buone abitudini alimentari, l'Ematite può essere un incredibile aiuto per ricostruire il fluido vitale del corpo.
[...]
Come tutte le Pietre dal Potere Predominante, l'Ematite ha varie funzioni. 

Posizionata sul terzo occhio, può facilitare la comunicazione extraterrestre, essere uno specchio per la mente subcosciente per percepire il sè con maggiore chiarezza, per rafforzare il potere della proiezione del pensiero positivo. 
Per la capacità di tenere connessi tutti i corpi sottili con il corpo fisico, può essere utilizzata come pietra per il jet lag, indossata o sotto le piante dei piedi o dentro a un bagno caldo dopo aver viaggiato in aereo. 
L'abilità di questa pietra nel tenere intatti i corpi è utile prima o dopo un intervento chirurgico, quando si soffre di una situazione di forte stress, un trauma, dopo un coma, dopo un cesareo per madri e neonati. 
È eccezionale per combattere l' insonnia, facilita il rilassamento di una mente sempre attiva, scaricando e le forze del corpo, in modo che essa possa riposare." 

Tratto da: "La trasmissione cristallina. Una sintesi di luce"
di Katrina Raphaell, Verdechiaro edizioni, 2001

venerdì 3 maggio 2013

Introduzione ai chakra

Oggi vorrei introdurvi a un argomento che mi sta molto a cuore e su cui, ormai da anni, verte buona parte del mio lavoro: i chakra.
La parola "chakra" o "cakra", deriva dal sanscrito e significa "ruota".
Si tratta di centri energetici localizzati lungo la linea mediana del corpo, la cui funzione è quella di distribuire e regolare l’ energia preposta al corretto funzionamento del corpo, inteso in un’ottica olistica; e di sovrintendere all' efficace svolgimento di tutte le nostre attività vitali.
Sono quindi dei centri di trasformazione e di scambio energetico, che collegano la realtà fisica (l’organismo) con la realtà sottile (i pensieri e gli stati d’animo).
Ogni chakra è quindi connesso a particolari organi e funzioni fisiologiche, ma anche a emozioni e “settori” dell’ esperienza e della vita.
I chakra principali sono sette, e vengono spesso descritti come vortici o imbuti, con la parte più stretta rivolta verso il corpo.
L’ insieme dei sette chakra e dei canali energetici che li collegano tra loro compone il corpo energetico di ciascuno di noi.


Di seguito una breve descrizione di ciascun chakra e delle sue azioni:

I chakra MULADHARA, in sanscrito mula e adhara, cioè "radice" e "sostegno".
Il chakra della radice è legato all’elemento Terra, ed è la sede dell’energia kundalini, la forza vitale, l’energia cosmica presente in tutti gli esseri viventi che giace addormentata in forma di serpente arrotolato su se stesso, alla base della colonna vertebrale.
Se il chakra Muladhara è disarmonico, l’energia vitale ristagna e l’individuo può soffrire di stanchezza, debolezza fisica, mancanza di coraggio, paure, fobie, carenza di fiducia, depressione, mancanza di realismo e di concretezza.

II chakra SVADHISTHANA, chakra sacrale, centro del sesso, il termine sanscrito significa "dolcezza", "dimora delle emozioni".
Associato all’elemento Acqua, si connette quindi ai concetti di fluidità, flessibilità e divenire.
È qui che si realizza l’incontro/scontro dei due poli opposti Yin e Yang, ed è sempre qui che risiede la potenziale e auspicabile possibilità di una loro integrazione armonica all' interno di noi stessi.
Se questo chakra è disarmonico, l’individuo può soffrire di sensi di colpa, ansia della perdita, gelosia, debolezza, svogliatezza e depressione, ma anche aggressività e ossessioni.

III chakra MANIPURA, chakra dell’ombelico, centro del plesso solare.
Il termine Manipura significa "gioiello luminoso" o "luogo delle gemme preziose".
Associato all'elemento Fuoco, è un eccezionale accumulatore di energia vitale, che da qui si irradia in tutto il corpo.
A questo chakra sono legati i concetti di consapevolezza di sé e di attuazione delle proprie inclinazioni e dei propri talenti; ma anche la compassione e l’empatia, la capacità di entrare in risonanza emotiva e spirituale con gli altri uomini e con gli altri esseri viventi.
Quando Manipura non è equilibrato genera, da un lato: inibizione, sentimentalismo, autocommiserazione, insicurezza, disturbi alimentari, disturbi del sonno, incubi; dall’altro: irritazione, aggressività, sete di potere.

IV chakra, ANAHATA, chakra del cuore, al centro del petto, il cui nome significa “non battito”.
Costituisce il centro dell’essere umano, e collega i tre chakra inferiori, maggiormente legati al corpo fisico e all’istinto, ai tre superiori, relativi alla mente e alla coscienza superiore.
Associato all' elemento Aria, Anahata è la sorgente della compassione, dell’amore, del senso di responsabilità verso gli altri, della tolleranza e del potere di guarigione.
Al IV chakra disarmonico corrisponde egoismo, intolleranza, freddezza di sentimenti, isolamento, ostilità, asocialità, invidia, gelosia, odio, incapacità di dare,ma anche scarso senso della propria individualità, scarso amore di sé e autostima insufficiente.

V chakra VISHUDDHA, il cui nome significa "purificazione".
È il centro energetico della gola, a cui si associa la capacità di espressione e di comunicazione dell’individuo.
Questo chakra collega il centro del cuore con i chakra della testa, fungendo da legame tra sentimenti e pensieri.
Vishuddha equilibrato consente alla persona di esternare liberamente il proprio mondo esteriore, se invece è squilibrato comporta timidezza, inibizione, incapacità di esprimersi e una cattiva comunicazione tra mente e cuore.

VI chakra AJNA, il “terzo occhio”, il chakra della fronte, centro della consapevolezza spirituale dell’individuo.
Il nome sanscrito significa "sapere, percepire".
Al corretto funzionamento di questo chakra è collegata l’intuizione, la saggezza, la visione dall’alto, l’energia guaritrice e creatrice.
Quando Ajna è in uno stato disarmonico, il soggetto può avere difficoltà di apprendimento e di concentrazione, paura, confusione interiore e disturbi mentali.

VII chakra, SAHASRARA, il cui nome significa "mille volte tanto, mille".
Anche chiamato "chakra della corona", è situato al centro della sommità del capo.
È il centro energetico connesso al proprio approccio spirituale, che ci pone in relazione con l’energia cosmica, con l’Assoluto; ed è legato ai concetti di: comunione con l’universo, forza spirituale, religiosità, fede.
Se Sahasrara non è equilibrato, il soggetto può tendere all’isolamento e alla perdita di senso della realtà.